La chiesa parrocchiale dei SS Filippo e Giacomo

Indirizzo Piazza Chiesa, 5, 46045 Marmirolo MN, Italia

Già dal 1279 si avviarono i lavori per l’edificazione della prima Chiesa Parrocchiale. Venne costruita in due tempi, prima la parte a sera conservando funzionante la vecchia chiesa, che forse si protendeva un poco più dell’attuale verso Via Tasselli, poi la parte a mattina. L’edificio è risultato perciò più prolungato. Negli anni successivi furono costruite, sempre sulla medesima area, accorpando la stessa struttura, altre due Chiese e nel 1728 cominciò la quarta ed ultima riedificazione, opera dell’arch. Soratini, che ha portato la chiesa allo stato attuale, terminata nel 1748. Per la sua costruzione furono utilizzati i materiali caduti dai merli e dalle mura del castello di Marmirolo. Al suo interno ospita due dipinti del celebre pittore veronese Fra Semplice: l’Elevazione della Croce ed il Trasporto di Cristo. 

La presenza di Marmoriolo ("fundo cum Castro et cappella") è segnalata in documenti dell’anno 976 quale possedimento dei marchesi Canossa. Il termine si modifica nell’XI secolo in Marmirolum, Marmoriolo, Marmerolo e quindi costantemente Marmoreolum, dal latino Marmor-Oris che attesta la presenza di un piccolo palazzo di marmo.
In epoca gonzaghesca rinascimentale i documenti attestano invece la presenza di un palazzo tanto artisticamente raffinato da risultare "il più vago e jocondo" esistente sotto il sole.
Deteriorato da abbandoni perpetrati dagli ultimi Gonzaga e dal governo austriaco succeduto, il palazzo è stato definitivamente abbattuto nella seconda metà del 1700 e non ne rimane traccia.
Marmirolo è oggi un paese moderno e capoluogo di comune. Si distingue soprattutto per le fabbriche di macchine e strumenti enologici, tra cui primeggiano le etichettatrici note in tutto il mondo. 
Fuori Marmirolo, il territorio pianeggiante consente un itinerario fra antiche residenze di vacanza, corti notevoli, e vi si pratica la coltura monotipo a prato, utile per l'allevamento a livello imprenditoriale di vacche da latte, in stalle modernissime.
Ci sono poi scorci ambientali creati dal Mincio e la sorprendente macchia verde dei 180 ettari di Bosco della Fontana: una delle poche foreste di pianura protette dallo Stato con alberi ad alto fusto, ricco sottobosco e grande varietà di fiori, nella quale trova rifugio anche una fauna abbondante e varia.
Il patrono della comunità è san Sebastiano, che gode di una cappella specifica vicino all'altare maggiore. I Santi titolari della chiesa, intesa come edificio parrocchiale, sono invece Filippo e Giacomo, già dall'anno 1279, quando "da diversi vecchi fondamenti trovatisi sottoterra vedesi la prima erezione di questa parrocchiale chiesa non più lunga di braccia 40 e larga braccia 14".
Le riedificazioni si sono succedute nei secoli, fino alla più importante e incisiva durata dal 1728 al 1748, e che esiste tuttora. Il progetto è di fra Giuseppe Antonio Soratini, estroso e geniale laico dei monaci camaldolesi di S. Benedetto, di stanza presso l'Eremo allora esistente all'interno di Bosco Fontana.
Nell'arredo del tempio c'è un Martirio di San Giacomo attribuito a Lorenzo Costa il Giovane.

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